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L'infedeltà su internet è riconosciuta davanti alla legge

Il ruolo fondamentale di Facebook ben nel 20% delle cause di divorzio e i social del tradimento rendono internet il luogo prediletto dei tradimenti, che sono riconosciuti dalla legge

12 mag 2010 Le ultime dal mondo dei detective - Tempo di lettura: min.

detective

Se si vede il proprio partner appartarsi quando riceve una telefonata, chiudere repentinamente la finestrella di windows quando entrate nella stanza in cui sta chattando o sorvegliare in maniera eccessiva il proprio cellulare, prima lasciato sempre incustodito, questi potrebbero essere segnali di allerta di un possibile tradimento.

Alcuni studi dell'AMI (l'Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani) hanno evidenziato come l'80% dei tradimenti avviene e viene ormai scoperto tramite Internet, SMS ed in generale dai new media. I nuovi mezzi di comunicazione sembrano infatti accelerare le dinamiche del tradimento, permettendo un contatto più assiduo tra i due amanti.

Secondo una ricerca condotta dalla University of Gainesville, in Florida, Internet è il paradiso dell'infedeltà coniugale. Una cotta virtuale può infatti avere delle conseguenze ben poco platoniche. Facebook è uno dei maggiori imputati: una ricerca inglese ha rivelato, infatti, il ruolo fondamentale di Facebook ben nel 20% delle cause di divorzio.

Non è tutta colpa di Facebook!

Proliferano i siti web come Gleeden o Incontri-extraconiugali, che si difendono dichiarando che hanno solo portato alla luce un tabù, una pratica che prima si faceva solo attraverso mezzi diversi. Dalla video-chat, alla chat per ufficio, ai consigli per usare la webcam, forniscono tutto per tradire, anche se dubbia è la sicurezza e l'anonimato che si possono garantire.

Esistono oggi tecnologie innovative che permettono di registrare le conversazioni tenute in chat e numerosi detective si sono ormai specializzati nella cyber-investigazione diventando dei veri e propri haker dell'infedeltà coniugale.

L'infedeltà per vie tecnologiche rimane un tradimento della fiducia, anche davanti alla legge

Per gli infedeli virtuali la platonicità del tradimento non è più un'attenuante dato che secondo la sentenza della Corte di cassazione n. 9287 del 1997 “…il dovere di fedeltà (…) consiste nell'impegno, ricadente su ciascun coniuge, di non tradire la fiducia reciproca ovvero di non tradire il rapporto di dedizione fisica e spirituale tra i coniugi, che (..) non deve essere intesa soltanto come astensione da relazioni sessuali extraconiugali" e per questo motivo il tradimento anche se solo virtuale può essere motivo di addebito della responsabilità della “rottura matrimoniale".

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Commenti (1)

  • Silvana Carbogno

    Segnali che ci sono tutti, ma io non avrei mai pensato arrivasse a tanto dopo 50 anni di matrimonio.

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