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Gli internauti europei diventeranno detective online

Per la prima volta l’Unione Europea avrà una visione dei reati cibernetici, facendo informazione dalle proprie frontiere, prevedendo forse per il futuro un impegno diretto da parte del pubblico

31 gen 2011 Le ultime dal mondo dei detective - Tempo di lettura: min.

detective
La polizia europea realizzerà nel 2014 una piattaforma mediante la quale chiederà la collaborazione dei cittadini comunitari al fine di limitare gli attacchi informatici.

Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento delle minacce online da parte degli hackers. Se fino a pochi anni fa il loro obiettivo principale era attaccare il proprio pc, non è più così. L’obiettivo è cambiato e ora gli hackers sono alla ricerca dei codici e delle password con cui poter accedere alle informazioni personali dell’utente, in modo tale che possano ad esempio accedere ai conti correnti bancari.

Tali crescenti minacce hanno costretto le autorità di vari paesi membri dell’Unione Europea a cambiare i propri metodi, al fine di poter individuare questi delinquenti in modo più rapido.

In questo modo la polizia europea realizzerà nel 2014 una piattaforma mediante la quale chiederà la collaborazione dei cittadini comunitari al fine di limitare tali attacchi. Detta piattaforma, che dipenderà dal “Centro Europeo dei Reati Cibernetici” (European Cyber Crime Centre), consentirà di scoprire tutti i tipi di ciber-reati, dai botnets al phising e agli annunci fraudolenti.

Affinché questa nuova dinamica possa funzionare è necessario l’impegno dei cittadini e il crowdsourcing per avvisare circa le ciber-minacce. La piattaforma metterà in allerta i corpi di polizia nazionale dei 17 stati membri.

Sebbene questo metodo possa sembrare nuovo, in realtà non è così. Piattaforme come YouTube lo utilizzano già, dal momento che sono in gran parte gli utenti stessi a farlo conoscere mediante i propri commenti, l'uso non corretto o l'abuso delle pagine.

Secondo Rob Wainwright, “Per la prima volta l’Unione Europea avrà una visione dei reati cibernetici, facendo informazione dalle proprie frontiere, prevedendo forse per il futuro un impegno diretto da parte del pubblico”.

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