Seguono piste, scoprono segreti. Nella Bergamasca sono 9 i detective privati iscritti alla Federpol, un'associazione che riunisce la maggior parte delle agenzie investigative italiane. Si occupano soprattutto di pedinamenti e protezione di sistemi informatici contro gli attacchi degli hacker. Per le aziende, controllano i dipendenti. Per i privati, controllano i figli o i coniugi.
«In un pedinamento, bisogna essere "psicologi a distanza" — afferma Mauro Sala, titolare dell'agenzia IDI Investigazioni di Bergamo —. Quando seguiamo qualcuno, cerchiamo di anticipare le sue mosse, leggendo il linguaggio del corpo, quello che la gente fa quando non crede di essere osservata». Gli capitano le storie più diverse. «Alcune da film giallo», sorride. Racconta che di recente, nel quartiere di Longuelo, una moglie era convinta che il marito la tradisse. Alcune notti, l'uomo scendeva in garage. Il detective si appostava fuori, ma l'uomo non ne usciva, eppure la donna sosteneva che lui stesse fuori casa fino al mattino. «Noi non possiamo entrare nelle stanze private — continua Sala —. Possiamo solo registrare i movimenti, segnando ora per ora quel che accade e fornendo documentazione fotografica». Il risultato? Ci si è accorti che il marito, dopo essere entrato in garage, si camuffava e saliva su una macchina non intestata a lui, di cui la moglie non era a conoscenza. Con quella andava a trovare l'amante. «Poi non so come sia finita — conclude Sala —. Il nostro compito è consegnare la documentazione a un eventuale avvocato, se il cliente decide di andare in tribunale». Ma come si diventa investigatori? «Attenzione agli abusivi»... serve avere una laurea in giurisprudenza, sociologia, psicologia o equivalenti, almeno triennale, e poi fare un tirocinio di almeno 3 anni con un investigatore che abbia almeno 5 anni di esperienza. Che appartenga o no alla Federpol, l'investigatore deve avere una licenza rilasciata dalla prefettura su delega alla questura.
Giovedì 31 Agosto 2017 - Corriere della Sera -