Si chiama Ser.pi.co, è operativo dallo scorso Gennaio ed è il nuovo detective elettronico assoldato dal Fisco. Istituito con l’articolo 11 del Decreto Salva Italia, il suo nome s’ispira al poliziotto interpretato da Al Pacino ed indica un innovativo servizio per contribuenti che opererà per conto della SOGEI, addetta alla cura dei servizi informativi del Ministero dell’Economia.
Il suo ingresso nel fisco in realtà è avvenuto ben 5 anni fa, ma soltanto con il Governo Monti ne è stato ampliato il raggio d’azione. Nello specifico Ser.pi.co ha il compito di scovare grandi e piccoli evasori: un cervellone elettronico equivalente a milioni di ispettori fiscali, opererà 24 ore su 24 con l’obiettivo di restituire all’Agenzia delle Entrate i 120 miliardi di evasione stimata nel nostro paese.
Il detective elettronico opera in maniera del tutto automatica: attraverso un sistema articolato su più livelli, rileva le spese effettuate per via elettronica (mutuo, bollette e tutte le operazioni bancarie che superano i mille euro), indicando puntualmente e senza margini di errore i dati dell’evasore. Nel dettaglio Ser.pi.co incrocia tutte le informazioni relative ad un soggetto (nella maggior parte dei casi partendo dal suo codice fiscale o la partita IVA) con le transazioni elettroniche (tutte le spese senza esclusioni) e, qualora venga rilevata una discrepanza (ovvero una disponibilità di beni superiore al reddito percepito) , invia nell’immediato una segnalazione all’ufficio competente per territorio che si occuperà di provvedere all’accertamento patrimoniale del soggetto indicato.
Ser.pi.co, quindi, rappresenta una vera e propria arma elettronica (molti già hanno ribattezzato il software Arma Letale o Bazooka) che darà un contributo fondamentale nella lotta all’evasione; lo dimostrano già i primi dati: in poco tempo sembra che Ser.pi.co abbia già trovato 518 proprietari di aerei e ben 42mila proprietari di barche (di oltre 10 metri) risultati come indigenti e che ora sono sotto accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.
L’uscita del nuovo software è stata, ovviamente, accompagnata da altrettante critiche, prima fra tutte, la conseguente abolizione del segreto bancario. Nonostante gli intenti e l’indubbia utilità del nuovo servizio, soprattutto nello scovare finte Onlus e nell’aumentare il controllo verso le società di noleggio (imputate come le principali che tendono a dichiarare il falso), Ser.pi.co è comunque ed a tutti gli effetti una sorta di Grande Fratello dell’Agenzia delle Entrate in grado di visualizzare anche la più piccola transazione, rendendo contribuenti e non un libro aperto per il fisco italiano e comportando la scesa in campo di tutta la serie di questioni legate alla privacy. È ancora presto per parlare dell’esistenza di un vero e proprio Stato di polizia fiscale in Italia, ma certamente le premesse si stanno concretizzando.