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«Malati, ma col doppio lavoro» Detective a caccia dei furbetti

Indagini fai-da-te Un tempo erano i mariti gelosi Ora il 75% dei clienti delle Agenzie sono imprese.

3 nov 2014 Le interviste ai Detective - Tempo di lettura: min.

Bergamo (Città) Bergamo

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Certo, le corna sono una brutta cosa. Ma in tempi di crisi rischia di pesare molto di più un dipendente che si finge malato e infila assenze su assenze. È per questo che a bussare alle porte della Agenzie Investigative sono sempre di meno i mariti gelosi e sono sempre di più i datori di lavoro sospettosi. Molti di più.

Il lavoro dei detective viene ormai per il 75% dalle aziende: secondo l'associazione di categoria Federpol lo scorso anno si sono rivolte alle Agenzie seimila ditte, il 30% in più dell'anno prima.

Che chiedono all'investigatore di andare a caccia falsi infortuni, casi di doppio lavoro, spionaggio industriale, dipendenti che abusano della legge sui portatori di handicap, ma soprattutto di falsi malati. Un altro segno della crisi: gli assenteisti, nel 70% dei casi, non fingono il mal di pancia per stare a casa a guardare la televisione, ma per arrotondare il bilancio familiare attraverso un secondo lavoro.

L'indagine in genere parte proprio come quella che ha messo la Guardia di finanza sulle tracce del medico-tennista dei Riuniti: dalla segnalazione di un collega che non tollera più il comportamento dell'assenteista. Raccolta l'indicazione, il datore di lavoro si rivolge all'Agenzia che piazza con discrezione un suo uomo davanti alla casa del sospettato.

L'investigatore lo controlla per otto ore al giorno, lo segue quando esce e registra ogni spostamento con fotografie e video.

Non può per legge per usare microspie e registratori audio, come non può violare il domicilio. Ma può arrivare a piazzare dei rilevatori Gps sulle auto dello spiato. «L'importante per noi è avere una documentazione inoppugnabile, perché può essere poi necessario produrla in una causa civile — spiega Luigia Barbieri dell'agenzia San Giorgio, attiva a Bergamo dal 1947 — Nella maggior parte dei casi il dipendente viene messo di fronte alle prove raccolte, ammette la propria colpa e si dimette, oppure viene licenziato per giusta causa. Se invece si impunta e si arriva davanti al giudice, noi abbiamo la nostra documentazione e soprattutto la nostra testimonianza.

Ci arrivano dalle 10 alle 30 richieste al mese». Ci sono stati dipendenti ingiustamente sospettati? «Mai, è sempre gente che va a fare un secondo lavoro, in officine o cantieri. Ne abbiamo trovato uno che andava a lavo- rare a Milano di notte, in modo da essere poi a casa di giorno in tempo per la visita fiscale».«Tra quelli controllati da noi, una decina al mese, c'è un 40% di innocenti — puntualizza invece Damiano Mariano, dell'omonima agenzia cittadina —. Magari persone sospettate per i motivi sbagliati o accusate ingiustamente».

Tra i veri assenteisti ci sono quelli che le studiano tutte per non farsi scoprire, come racconta Mauro Sala della Internazionale Divisione Investigativa: «Capita, soprattutto nelle valli, che una persona che ha l'abitudine di fingersi malata stabilisca la propria residenza in baite, malghe o posti difficili da raggiungere, in modo da rendere il più complicato possibile il compito del medico che deve compiere le visite di controllo.

È per questo che alla fine dobbiamo intervenire noi, e regolarmente scopriamo che la persona invece è fare il doppio lavoro. Ultimamente capita spesso di scoprire che anche gli immigrati fanno la stessa cosa, anche loro hanno imparato il trucco».

Un terzo segno della crisi? I con- trolli sui cassintegrati. «Un impren- ditore ci ha chiesto anche quelli, an- che se non pesavano direttamente sul suo bilancio — dice Paolo Greco della Europol —. Ma aveva saputo, e le nostre indagini lo hanno confer- mato, che i suoi dipendenti cassin- tegrati andavano a lavorare in nero da un suo concorrente». Un'indagi- ne media costa duemila euro per cinque giorni di lavoro, ma i prezzi possono essere anche più alti. E qui c'è l'ultimo segno della crisi: molte aziende chiedono di pagare a rate.

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