ANTHONY T ha maturato un' esperienza ultraventennale nell' Arma dei Carabinieri, dove ha svolto servizio nell'ambito territoriale delle regioni Sicilia, Calabria ed Emilia Romagna. È specializzato in tutela e security, con regolare porto d'armi e nel 2001 ha conseguito la licenza, rilasciata dalla Prefettura di Reggio Emilia, per svolgere investigazioni e ricerche per conto privati.
Come si diventa investigatore privato?
L’80 % dei detective sono stati in passato carabinieri, poliziotti o guardie di finanza. Esistono dei corsi privati organizzati da agenzie ed istituti investigativi, ma io consiglio di diffidare, poichè sono solamente dei mezzi a scopo di lucro. Per svolgere la professione non è necessario un attestato, bensí tanta esperienza. La nuova legislazione permette di diventare investigatore privato dopo aver collaborato 5 anni con un’agenzia, tuttavia non è sufficiente per sapere come gestire determinate situazioni. Per questa ragione generalmente un detective ha alle spalle una carriera nelle forze dell’ ordine o nella polizia.
Qual è nel settore delle Investigazioni un contesto ufficiale in cui approfittare di un confronto con gli altri operatori? Ci sono convegni organizzati dalla Federpol, ma il piú delle volte si riducono a dei momenti conviviali. Nel settore ci rispettiamo ma ognuno nella propria riservatezza, proprio perchè su questo principio si basa il nostro lavoro. Il segreto professionale ci porta ad operare in autonomia, non esiste lo stesso confronto che avviene tra i professionsiti degli altri settori.
L’ investigatore privato dispone contemporaneamente di una credibilitá a livello legale e di mezzi ai limiti della legalitá. Come vive lei questa contraddizione?
Noi detective lavoriamo sul filo del rasoio. L’importante è comunque portare delle prove per risolvere il caso, sará poi compito del legale verificarle e ritenerle più o meno valide. Io sono fautore dell’uso di strumenti legali, tuttavia a volte è necessario escogitare mezzi diversi per poter arrivare all’obiettivo, ad esempio strumenti ottici particolari o microspie. È comunque sempre preferibile allungare i tempi della ricerca ma usare mezzi legali.
Lei è socio della C.e.A.S. , Centro Alti studi per la lotta al Terrorismo e alla Violenza Politica. In che modo partecipa? Quali sono le attivitá del Centro?
Il Centro svolge ricerche sul tema del terrorismo, della violenza e della cultura della legalità, tanto a livello nazionale che internazionale. Periodicamente vengono realizzati dei convegni a cui solitamente partecipo. Si tratta di iniziative molto interessanti, per la presenza e l’intervento di personaggi illustri, del mondo della politica e della ricerca sociale. Sono ottime occasioni per documentarmi su tematiche relazionate al mio lavoro.