Potete investigare su mia nuora?
Buongiorno,
mio figlio esce con una donna e siamo convinti che lei lo stia ingannando totalmente. Ho fatto ricerche su internet sulla possibilità di far investigare in merito ma ho letto che non si può in quanto non si tratta di una famigliare diretto, è vero?
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Buongiorno Giuseppina,
l’attività investigativa "privata" è regolamentata dall’art. 134 TULPS, nello specifico dal D.M. 269/2010 e dalla pubblicazione del Vademecum Operativo che ha fatto chiarezza in merito agli aspetti legati ai requisiti professionali che l’investigatore professionista ed i suoi collaboratori devono avere per poter operare nel territorio.
In particolar modo viene specificato il concetto che un soggetto può incaricare un’agenzia investigativa solo se questo debba difendere un diritto in sede giudiziaria. Questa rappresenta una condizione "sine qua non" per l’avvio dell’attività investigativa.
Nel suo caso specifico non vi è alcun titolo per poter incaricare un'agenzia investigativa.
Le auguriamo una serena risoluzione del problema e la salutiamo cordialmente.
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Dr. Enrico Barisone
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9 Risposte:
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Può fare subito un indagine di condotta morale, per verificare che tipo di persona sia.
Ci contatti per discutere i dettagli e l'uso del documento di indagini riferito a persone non del nucleo familiare o prossimi parenti.
Saluti
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Buongiorno Giuseppina,
concordo con quanto già esposto dai Colleghi, se vuole risolvere il "problema" consiglio di parlare con Suo figlio in modo chiaro esponendo quali sono i Suoi sospetti e/o prove in modo che lui possa assicurarsene di persona.
Se volesse approfondire non esiti a contattarci.
Grazie
Elmainvestigazioni
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Buongiorno signora,
vorrei fornire alcune informazioni sul perché non si può eseguire un'indagine su sua nuora.
La Carta Costituzionale tutela il diritto alla riservatezza, quale diritto fondamentale della persona.
L’art. 2 della Costituzione “garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo che nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”.
Vi sono, inoltre, ulteriori disposizioni che tutelano il diritto alla riservatezza, come l’art. 13 sulla libertà personale, l’art. 14 sull’inviolabilità del domicilio, l’art. 15 sull’inviolabilità della corrispondenza.
Questi rappresentano, dunque, DIRITTI FONDAMENTALI dell’individuo.
In quanto diritti fondamentali, non possono essere compressi/limitati nemmeno laddove sussista il rapporto di coniugio e/o convivenza, come peraltro espresso dalla Cassazione (la disponibilità del domicilio da parte di più soggetti non vale ad escludere il diritto alla riservatezza di ciascun convivente - cfr. Cass. Pen. 9827/06, in tema di reato ex art. 615 c.p).
Accade spesso di ricevere richieste simili a quelle della signora Giuseppina, ma ben farebbero i colleghi a verificare attentamente il caso e ad impostare il modus operandi con criterio, anche sulla base delle norme imposte dal Garante per la Privacy.
Sarebbe necessario addentrarsi nel concetto di “PROVA” esigibile in giudizio e sul TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI, che implica sia l’acquisizione che la diffusione degli stessi.
Per brevità di descrizione, l’art. 11 del D.Lgs 196/03 sancisce l’inutilizzabilità di tutti quei dati trattati in violazione alle norme di cui al decreto citato in ambito penale e in ambito civile alla discrezionalità del giudice (fermo restando le numerose limitazioni espresse dalla Cassazione negli ultimi anni).
A cosa servirebbe, dunque, acquisire prove non esigibili in sede giudiziaria o che potrebbero comportare degli illeciti penalmente rilevabili?
Vogliamo ricordare la condanna subita da un collega lombardo, per aver violato l’art 615-bis del codice penale. Anzi, la condanna risultava aggravata dalla circostanza speciale, ad effetto speciale, del comma III di detta norma, per aver il reo agito esercitando la professione di investigatore privato. La norma sancisce la rilevanza penale delle interferenze illecite nella vita privata allorquando ci si procurano indebitamente immagini o notizie attinenti alla vita privata altrui o si tenta di procurarsele, con atti idonei diretti in modo non equivoco a raggiungere quello scopo delittuoso in ambito domiciliare o mediante captazione diretta o indiretta o divulgazione di ogni manifestazione di libertà della persona che in quel luogo si compia. Nel caso di specie, il Prefetto competente, quindi, gli aveva revocato la licenza, come dispone l’art. 134 T.U.L.P.S.
Cordiali saluti,
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Dr Enrico Barisone
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Gentilissima cliente,
Lei può affidarci l'incarico a Noi di poter effettuare vari accertamenti in modo da evidenziare i comportamenti ingannatori e malevoli di Sua nuora. Le ricordo che le informazioni che Le forniremo NON potranno essere utilizzate in sede di giudizio per ottenere vantaggi o altro in quanto non è un diritto giudiziario da tutelare. Rimaniamo a Sua completa disposizione per eventuali delucidazioni in merito.
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Buongiorno,
Lei può certamente effettuare delle ricerche sulla donna che sta frequentando Suo figlio; ci contatti e Le spiegheremo la prassi con un
preventivo gratuito.
Distinti saluti
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Se crede mi può contattare tramite il portale.
Col. Dr.Bruno C.
Grazie
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Gentilissima signora,
Che non si può non è assolutamente vero. Ognuno, con delle valide motivazioni, può richiedere di investigare su un individuo, sia esso familiare, parente o altro.
La invitiamo a contattarci in privato onde poterLe fornire più informazioni e meglio comprendere la Sua problematica.
Cordiali saluti
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Gent.ma Signora,
vista la delicatezza può contattarci tramite il portale.
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Gent.ma Sig.ra Giuseppina,
Vista la delicatezza delle informazioni richieste mi contatti per una consulenza e relativo preventivo gratuito.
Rimanendo a disposizione per eventuali chiarimenti o delucidazioni in merito, mi è grata l'occasione per porgerLe distinti saluti.
Maurizio Gazza
Parma Investigazioni
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